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iniziative di corsi e workshops, mostre, avvenimenti

linea 2024

La linea – che può prendere tante direzioni, scorrere lungo fiumi tortuosi, cadere nelle misteriose profondità dell’esistenza, per poi riemergere e superare montagne e specchi d’acqua – è la metafora della vita, sotto forma di un breve e intenso racconto visivo.

Linea vede la luce nel 1999. Concepito, scritto, progettato e stampato da Alessandro Zanella con l’insegna Ampersand – la casa editrice con cui pubblicava i propri volumi – in sessanta esemplari tirati con il torchio, dedicato alle figlie Anita e Francesca, come l’autore stesso svela al termine del racconto.

Un’edizione deliziosa e leggera, simbolica nella narrazione, vibrante nella sua essenzialità. Essenzialità tutt’altro che semplice: «la semplicità è la cosa più complicata del mondo» ci ricorda Vico Magistretti, e davvero quest’opera così fluida, così pulita, è frutto di una lunga gestazione e di una produzione lenta e accurata.

Oggi Lazy Dog è lieta e orgogliosa di presentare una nuova edizione anastatica in 499 copie numerate, che ricalca in tutto e per tutto la prima pubblicazione, compresi i due ‘pop up’ all’interno. Si è voluto aggiungere soltanto una sovracoperta, disegnata da Bunker, che assieme al testo introduttivo costituiscono i soli interventi non presenti nell’originale.

L’intento è quello di restituire intatto lo spirito che ha generato questo raffinato volume, destinandolo idealmente al sorriso di molti altri bambini e bambine.

Testi, illustrazioni e progetto originale di Alessandro Zanella
Adattamento Paolo Galvani
Cover Design Bunker
16 × 23,8 cm
32 pagine
Leporello incollato
Cartonato con dorsino in tela e sovracoperta

Edizione anastatica in 499 copie numerate
Italiano
Isbn 978-88-98030-67-5
Prima edizione aprile 2024

Promozione 2023

10 anni dopo…
un filo che continua,
un segno,
il tratto di una lunga curva
un punto d’incontro,
un sogno condiviso.

Da ora e per tutto il 2023 saranno disponibili, con una promozione speciale, i libri della collana
Le carte del cielo, edizioni limitate stampate in torchio a mano con testi  di autori italiani del ’900 e incisioni di artisti contemporanei.
Perché la bellezza dei libri di Alessandro Zanella stampatore continui a viaggiare e per ricordarlo.

 

 

LE CARTE DEL CIELO

Il ramarro
di Bruno Cicognani, con una incisione all’acquaforte di Pietro Villa

Elia e Vannina
di Federigo Tozzi, con due incisioni all’acquaforte di Adriano Boni

Zaccaria
di Paolo Valera, con una incisione all’acquaforte di Alessandro Papetti

Villa con albergo
di Marcello Gallian, con una incisione all’acquaforte di Piero Leddi

Finestre sul fiume
di Paola Drigo, con una incisione all’acquatinta di Velasco Vitali

Donna nervosa
di Bonaventura Tecchi, con una incisione all’acquatinta di Silvio Lacasella

Nube sopra l’ufficio
di Enrico Emanuelli, con una incisione all’acquaforte di Enzo Maiolino

Pensieri
di Giuseppe Rensi, con una incisione alla maniera nera di Giulia Napoleone

Carnevale
di Corrado Alvaro, con una incisione all’acquaforte e puntasecca di Guido Strazza

L’assedio di Londra
di Lorenzo Montano, con una incisione all’acquatinta e bulino di Enrico Della Torre

 

 

Con l’acquisto dell’intera collana sarà fornito anche il raccoglitore

Per informazioni e acquisto rivolgersi a
Carla, Anita e Francesca
tel. 3471080497
carlabellinimail@gmail.com
www.alessandrozanella.it

 

Dieci anni dopo

Risale all’estate del 2012 l’improvvisa scomparsa dello straordinario private printer veronese Alessandro Zanella, ancor giovane, vitale, pieno di idee e progetti per il futuro. La sua fu un’attività a tempo pieno, concentrata su libri di propria edizione o realizzati su committenza, e su una preziosa attività didattica. La notizia lasciò sgomenti tutti quelli che si interessavano di private press, ovvero di quell’aspetto della grafica editoriale caratterizzato dalla massima qualità di concezione, design ed esecuzione del libro stampato con torchio a mano. All’emozione e al rimpianto seguirono presto mostre, tavole rotonde, sia a Verona (Biblioteca Civica, ma anche Museo di Castelvecchio) che a Milano (Sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense). Quest’anno, nel decennale dalla scomparsa, si è ritenuto di onorare la ricorrenza con una iniziativa editoriale che ricordasse Alessandro Zanella, come s’è fatto per un altro grande uomo di libri, Franco Riva (1922-1981), di cui, per i cento anni dalla nascita, la Ronzani ha riproposto in nuova edizione l’ancor valido e impareggiabile Il libro italiano 1800-1965. Questo volume è un ricordo a più mani che torna a evidenziare, dieci anni dopo, le caratteristiche artistiche del lavoro di Zanella, ma si sofferma anche sulle sue qualità tecniche e umane. Alcuni contributi sono riproposizioni, riviste e postillate dagli autori, di testi significativi apparsi in edizioni difficilmente reperibili, in quanto fuori commercio; altri sono considerazioni del tutto nuove e ricordi personali inediti di chi lo ha conosciuto e gli è stato vicino. Gli autori sono artisti che hanno lavorato con Zanella, contribuendo con versi o incisioni, quindi storici e critici d’arte, editori e tipografi, amici e allievi… Il dodicesimo autore è Alessandro Zanella stesso, con Una macchina sensibile, testo sulla stampa con il torchio a mano, che, per le 250 copie di questa prima edizione, viene anche inserito nel volume in un foglio separato composto con carattere in piombo e stampato su carta a mano dalle sue figlie Anita e Francesca.

Alessandro Zanella tipografo-editore veronese

Atti della tavola rotonda di Verona 18 maggio 2013 a cura di Massimo Gatta – Edizioni Biblohaus

Una volta i tipografi…

Una volta i tipografi erano tutti un po’ rivoluzionari e per una buona percentuale anarchici. Deve essere stato una sorta di adattamento della specie: l’ultima razza che riusciva anche nel frastuono a meditare tra sé e sé. La macchina da cui dipendevano era, comunque, una macchina che stampava pensieri.
Ma perché anarchici? Penso che derivasse da un paradosso, dal fatto di lavorare come architetti della pagina e, al tempo stesso di immergere il lato matematico nel libero scorrere di immagini. Operai, ma con la consapevolezza, più o meno manifesta, di partecipare al cantiere di una cattedrale.
Servivano il sapere nel vivo della battaglia per la sua diffusione, per la sua visibilità. Come non sentirsi, allora, abili e arruolati, ma con un bastone di maresciallo nello zaino, equidistanti sia dalla semplice carne da cannone sia dalla protervia dei capitani?

A me Alessandro Zanella ha dato sempre questa impressione, di lavorare per una buona causa, talmente buona o se volete ovvia da conservare il senso della bellezza e la capacità d’indignarsi ogni volta che è in pericolo. Il bello si difende, non può essere solo consumato.
Mirate una copertina dei suoi libri, passate il dito indice sulla costa lungo la rilegatura e l’intero palmo sulla pagina, avvertendo il braille in negativo dei caratteri impressi sul foglio, difficile non provare un sorta di assennata ebbrezza.
Stampare è una fatica che rende felici.
Felici di ricominciare in un vizio che spinge le parole per il mondo, che rimette in comunicazione l’artista con l’artigiano.
Direi che nell’asfittico panorama dell’arte concettuale o violentemente realistica, stupidamente osé, trovare un libro, composto e stampato a mano da Zanella, dove lo scrittore scrive e il pittore o l’incisore illustra, è come passare dalla visione apocalittica di un ipermercato a quella individuale e quotidiana dell’orto di casa.
Geometria e natura che non confliggono troppo, si studiano e aspettano tanto la primavera che la neve.
Comprate libri belli, studiate o dilettatevi da tipografi, la cascina con stamperia sulle colline tra Verona e il Mincio è aperta.

— Nicola Dal Falco

Title

IN MEMORIAM ALESSANDRO ZANELLA (16 aprile 1955 – 13 luglio 2012)

Per ricordare e salutare Alessandro con dolore per la perdita improvvisa. Con Sandro condividevamo la passione dei libri da fare materialmente, di cui progettare ogni aspetto, ogni minimo particolare, sino alla stampa con il torchio, strumento impareggiabile, com’ebbe a dire Mardersteig, ma straordinariamente difficile, che richiede non solo capacità tecniche, pazienza, caparbietà, ma anche occhio, cuore, passione. Qualità tutte di cui Sandro era ampiamente provvisto. Di lui come tipografo, diciamolo pure come grande tipografo, come completo artista del libro, avevo scritto alcune breve pagine, dieci anni fa in occasione della mostra di Lugano, sottolineandone le originalità nel panorama dei private printer che hanno operato a Verona nella seconda metà del secolo da poco trascorso… «Ancor prima del suo linguaggio grafico parliamo della sua professionalità… Non solo con coraggio ha fatto della tipografia … la professione della sua vita, ma ha affrontato con razionalità e chiara visione del futuro le necessità di aggiornamento tecnologico e la ricerca di equilibrio tra economia e qualità … [In] Ampersand … la qualità è tutto, fine e ragione dell’impresa … l’attenzione ai dettagli, ai materiali è esasperata … la produzione del libro è seguita con cura affettuosa. … [Egli] non si lamenta più di tanto dei materiali che non si trovano, degli aumenti dei costi, del variare del gusto dei bibliofili: va alla ricerca di alternative che gli permettano di stampare bei libri. Alle carte a tino, sempre più rare e inarrivabili, aggiunge ottime carte in tondo, italiane e straniere, morbide e di eccellente resa. … allo Stanhope affianca un torchio tiraprove Vandercook … che sulla carta abbina dei vantaggi (velocità, regolarità di impressione) a degli svantaggi (minor precisione) rispetto al torchio in ghisa. Zanella trova modo di sfruttare i primi e superare i secondi: la stampa a mano gli permette di dedicare la massima attenzione alla perfezione di registro e di impressione anche su carte inumidite, e, ove serve, supplisce con l’inchiostrazione manuale. … [Quando] si rende conto che la scomparsa delle fonderie e la sempre più limitata disponibilità di caratteri in piombo sta per uccidere la tipografia tradizionale non si sgomenta, prende delle decisioni. A suo tempo ha smontato il torchio Stanhope e il tiraprove per capirne i meccanismi e piegarne le caratteristiche alle sue esigenze, ora acquista un computer, frequenta corsi di tipografia digitale per vedere come la nuova tecnologia si possa adattare alla stampa a mano … è l’unico che vi investa tanto tempo e [impegno]».E non va dimenticato il suo stile tipografico, assieme editoriale e grafico, il suo approccio al disegno e progettazione, la sua capacità di innovare e rinnovarsi, di essere contemporaneamente moderno e entro la tradizione. «Anche nel disegno lo sorregge una perizia tecnica innata. Al gusto di immaginare, sperimentare nuovi materiali e tecniche per le legature, le illustrazioni, l’impaginazione, i colori, si accoppia la facilità [la felicità, aggiungerei ora] di realizzare: in lui la teoria diventa pratica, l’intuizione soluzione» Ma più che le parole valgono i fatti: più che sentirseli raccontare bisogna sfogliare i suoi libri, soffermarsi sui dettagli, coglierne le capacità che esprimono. Sandro sapeva bene cosa valeva, sapeva di essere il più completo e capace private printer italiano, benché anche il suo orgoglio fosse trattenuto da un’innata parsimonia di espressione. Ai primi incontri con Sandro si notava l’approccio un po’ burbero, circospetto, ravvivato da improvvisi lampi di ironia nello sguardo e addolcito da sorrisi di assenso. Bastava frequentarlo un poco, entrarne in sintonia, per capire di quanta ricchezza di affetto, di quanta generosità d’animo, di quanta capacità di comprensione, di quanta disponibilità verso gli altri egli fosse ricco. A tale proposito non posso non ricordare le sue qualità di docente, di “maestro d’arte” nel senso più rinascimentale del termine, nei corsi effettuati in proprio e per l’Università di Verona, per l’Accademia di Belle Arti di Venezia, e in ogni occasione chiunque ricorresse a lui per un consiglio, dato sempre con generosità ed entusiasmo. Ora ci hai lasciato, Sandro, ci hai lasciato ricchi di ricordi e di esempi, ci hai lasciato, in quella Grecia che tanto amavi, da studiarne con cocciuta determinazione la lingua, quella Grecia che, anno dopo anno, cercavi, altra condivisione , quella Grecia che non è solo paesaggi e mare colore del vino, ma, come ha scritto Ceronetti (Corriere della sera, 19 luglio 2012), «[L’Ellade eterna] è soccorso eterno, medicazione permanente, pensiero, rivelazione sapienzale, purificazione (kàtarsis) senza farmaci…».

Laggiù, dove certo sei in spirito, ti mandiamo il nostro affetto, i nostri sorrisi.

Alessandro Corubolo

 

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